E quell’allievo che prende a coltellate la prof. E quel prof che si innamora della quindicenne. E quell’altro che tira un cazzotto all’insegnante…

Io c’avevo la maestra Martini, alle elementari. E il sussidiario. E l’analisi logica. E la calligrafia. E le braccia conserte, si diceva. E il calamaio, la carta assorbente e la penna col pennino. E a volte si facevano le patacche, vergogna che si ricorda per una vita. I quaderni con la copertina nera e i margini celesti. I righi di quinta, quando siamo grandi. E i telefoni… di là da venire.

Allora mi succede come quando è nato il Centro artistico Le Muse… nato… diciamo che ho avuto l’idea e l’ho fatto e portato avanti, danza pittura e recitazione oltre che musica. Ci credevo. Anche gli altri, quelli che me l’hanno fregato. Ma rimane sempre mio, chiedetelo ai miei allievi. Ah ah.

E ora penso a una scuola come quelle là, del sussidiario, con le materie suddivise, semplici e chiare. Italiano storia geografia scienze grammatica…

Che voglia, di creare un angolo di ricordi, capace che i bambini la smetterebbero di tirare coltellate e di controllare i telefonini, magari un po’ di analisi logica, falla fare a un cellulare se ti riesce! E perché no, un po’ di latino, con i casi, nominativo genitivo dativo accusativo vocativo ablativo, ma lo sai che con una parola se ne dicono tante?

Glielo voglio dire alla mia nipotina appena inizia a parlare. E magari una scuolina così la faccio davvero. Così poi mi ricordano, ci ricordiamo come con gli allievi delle Muse, che non ci dimenticheremo mai.

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