Ero bambina quando scrivevo su qualsiasi pezzo di carta con qualsiasi strumento mi capitasse a tiro. Mi rifugiavo – per dire la parola esatta – nel mondo della musica e in quello delle parole. Camminando nella vita, ho vinto premi, ho scritto poesie, sono andata in Vietnam nel 68 e soprattutto sono tornata, ho spedito in tutto il mondo il diario della mia esperienza, ho riempito fogli su fogli con i miei racconti battuti a macchina nella lettera 32, li ho archiviati nei raccoglitori ad anelli che ancora mi porto dietro in ognuno degli innumerevoli traslochi…

Una cosa è certa: come qualcosa mi saltava alla mente, scrivevo Poi è arrivato il computer: una manna dal cielo! Ero certa che la mia grafomania avrebbe trovato una giusta collocazione: niente di più sbagliato. Lo sappiamo che è lì, basta accenderlo, per non parlare dei telefonini, dei tablet… ma quanta comodità!

Troppa.

Sai che c’è, e per questo rimandi. A me fa questo effetto, non a tutti; forse dipende dall’età, ma lasciamo perdere, volendo ci si potrebbe scrivere un trattato.

E poi per non parlare di tutte quelle informazioni, tutti quegli articoli interessanti che ti assaltano appena entri in un social network, che solo per leggerli ci metti ore, perché ci sono anche i rimandi, i cosiddetti “link” da prendere in considerazione.

Quante poesie che si sono perse nel “dopo la scrivo”… quanti racconti muoiono prima di nascere…

Stasera, le dimissioni del Papa le ho prese per uno scherzo: è bastato poco per accorgermi che era una vera notizia, anzi una notizia vera.

Una miriade di pensieri mi ha affollato la mente, ma stavolta li ho tenuti in attesa, il tempo di arrivare dalla cena al computer, stasera non mi metto a giocare, si fa sul serio.

Da tanto, tanto tempo sento gente che “pontifica”, che esibisce con malcelato orgoglio un ateismo che sa di posizione intellettuale preconfezionata: sanno tutto, su cosa dovrebbe fare il Papa, sui preti che per carità non sono tutti pedofili ma poco ci manca, tutti predicano lo spogliamento di ricchezze altrui, tutti non si curano delle piccole grandi azioni che fanno della Chiesa una cosa speciale. A cominciare dalla Caritas. Madre Teresa di Calcutta.

Ecco, sarò maligna e facilmente lo sono, ora mi aspetto una serie di frasi blasfeme su twitter facebook e chi più ne ha più ne metta, senza che peraltro si sollevino le indignazioni di quando si offende Maometto, con tutto il rispetto. E senza che si sollevino folle di cristiani in piazza.

Allora lo dico con orgoglio: io sono cristiana, credente, cattolica e praticante, e scusatemi se ometto qualcosa.

Le dimissioni del Papa mi hanno toccato nel profondo. E mi hanno fatto ammirare un Pontefice che non era mai entrato nelle mie simpatie, ma così era e così lo tenevo: chi sono io per saperne di più?

Fra tutti e due, il suo predecessore e Papa Ratzinger, non so chi abbia avuto più coraggio: chi ha portato la sua croce sofferente fino all’ultimo respiro o chi ha deciso di ritirarsi per il bene dei fedeli. Papa Giovanni Paolo II mi ha sempre ricordato mia madre, ha incarnato e portato con orgoglio la sofferenza dei malati come lui, e questo è stato il suo messaggio. Benedetto ha un altro tipo di sofferenza, e lo porge alla cristianità con tanta, tanta umiltà.

(Sto ascoltando con un orecchio Papa Grillo…). E poi, io non so fare il Papa, cosa di cui invece sono capaci tanti altri, imenottero compreso.

E succede il miracolo: riprendo a scrivere, e lo faccio di getto, e in abbondanza, non sono stitica di parole.

Con un orecchio ascolto la tv, e ne sento di tutti i colori: chi ne sa più del Papa, si faccia avanti per cortesia. Che tanto la Chiesa ha un faro che non si spegne, e che secondo me continua ad ispirare.

Nel mio intimo, quando l’ho cercato si è fatto trovare, quando ho chiesto mi ha aiutato, e come dice quell’aneddoto, quando le sue orme non erano vicine alle mie è perché mi stava portando in braccio.

Grazie, Papa, per avermi fatto vivere questo momento così intenso e ispiratore, questo punto interrogativo sospeso nella fede e nell’intelletto, per aver fatto tornare la voglia di scrivere e di meditare.

Alla faccia di chi sa fare il Papa meglio del Papa.

 

  1. Ma guarda, quando si dice il caso!
    Anch’io iersera ho trovato l’ispirazione per scrivere qualcosa del genere, però di senso diametralmente opposto.
    Ma dato che sono prolisso e indolente, è probabile che non veda la luce molto presto. 🙂

  2. Questo Papa mi è stato da subito indifferente …non so se si può dire così a riguardo del Padre della chiesa terrena, ma questa è la verità di quello che provavo ,ma mi ha dato la scossa, la prima pure a me, appunto indifferente e lo ringrazio ,non quanto per aver deciso di lasciare il pontificato, ma per il momento scelto , grazie ,lo ringrazio di cuore e sono sicura che nel tempo capiremo meglio il perchè e se non lo capiremo sarà uno dei misteri della vita terrena ,non per niente la chiesa per prima insegna che non bisogna attaccarsi alle cose terrene… tipo poltrone di ogni tipo chissà che qualcuno faccia almeno ammenda di uso e abuso di potere ,ma non sono ottimista in questo purtroppo si credono in tanti troppi meglio del Papa.

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