Il caldo che fa non importa che lo racconti perché lo sanno in tutta Italia. Ma che sono senza macchina non lo sa nessuno, o quasi. E poi un ce ne po’ importa’ di meno. Sono mesi per non dire anni che una botta qua e una là, un graffio oggi uno domani, un cosa vuoi che sia dietro l’altro, è andata a finire che non c’era uno spazio libero. Poi se il tettuccio si arrugginisce e la vernice si scortica, forse è arrivato il momento.

Amico dell’amico, il carrozziere propone di tenermela per una settimana, e di sistemarla per 900 Euro. Accetto. Mi organizzo. Avete mai provato a stare in campagna senza macchina?

E arriva il caldo, no che prima fosse freddo… ma quello che se lasci un uovo fuori te lo ritrovi sodo, o al tegamino, secondo come ti piace.

Ma c’è da fare la spesa. E visite mediche prenotate da mesi, della serie che uno fa a tempo a mori’ se proprio deve. Infine mi avanza una mattinata: wow, queste sì che sono soddisfazioni! Mi alzo alle 7. Al mare non posso pretendere da mio figlio che invece di lavorare mi accompagni, 20 km, che va be’ qui in Sardegna un son nulla, ma se lavori non è l’ideale… e poi che mi ritorni anche a prendere. Ho la piscina a due passi da casa, non fosse per il clima ci andrei a piedi. Allora telefono: segreteria. Richiamo: idem. Dico, intanto si deve alzare mio figlio, mi devo preparare… vuoi che alle 9 siano chiusi? Uno non pretende alle 7, ma alle 9 la troverò già piena!

Guardiamo se ho preso tutto, libri, cellulare, portaocchiali, maschera, ma sì fammi portare anche gli occhialini e lo stringinaso tanto mi metto la maschera, crema, borsellino, eccetera eccetera.

Arriviamo lì, ogni centimetro quadrato di prato è pieno di bambini vocianti, lasciami pure ti richiamo io quando ho fatto, ciao, ciao, salgo le scalette: cancello chiuso.

Chiamo a gran voce un operaio che sta lavorando con la fiamma ossidrica a un camino che spunta dal pavimento, me lo ricordo, che l’anno scorso era un piacere stargli accanto, no all’operaio, al camino! e al decimo tentativo – e nel frattempo salgo e scendo un paio di volte – riesco a farlo girare.

È chiuso? No, chieda a… e fa un cenno verso un punto in cui non si vede nulla. Ri-salgo. Scopro che il cancello è scorrevole, entro, l’unico essere umano oltre l’operaio è uno che pulisce la piscina col retino. Sono le 9 e un quarto.

Tirandogli fuori le parole con le pinze scopro che aprono alle 10, dice, tanto non viene nessuno! E io chi sono? Con questo caldo, o che si apre a quell’ora? Mi permettono di fare la doccia: gelata. Mi aprono l’ombrellone, e se volessi cuocere a puntino ci starei anche, sul lettino, ma non si piegano, e l’ombra va… non dico dove, ma è proprio insieme a quelli che prendono gli ombrelloni che non si piegano. Allora mi accomodo, o per meglio dire mi scomodo, su una sedia di plastica, al tavolino, sotto il tendone.

Finalmente arrivano le dieci, mi metto la cuffia, la maschera che… deng! Si rompe. Dopo gli improperi del caso benedico la mia previdenza e inforco gli occhialini, spaccandomi poi il naso con la molletta che lo dovrebbe stringere. E poi sei vasche: il momento migliore della giornata.

Già che ci sono chiedo notizie al carrozziere, non si sa mai se me la danno prima.

Invece è pronta per domani pomeriggio. Ce l’avete il bancomat? No. Allora vi faccio un assegno, anche se ho finito il libretto e non so come prendere il nuovo (non è vero, ho un assegno solo). Ma in contanti non può? Mi sale il sangue al cervello: 900 euro in contanti, ma primo per chi m’hanno preso, e secondo le tasse le devo pagare solo io? Mi passa il principale, ribadisco il concetto. Quando chiudo mi sfogo con l’operaio: la pensione di mio marito viene taglieggiata, mio figlio insiste a fare il suo dovere fiscale fino al centesimo, e te non mi fai la ricevuta di 900 Euro? Dalli a me, per una settimana di lavoro, che ti faccio vedere come ce le pago le tasse! Dice mio marito che lo stato è ladro e bisogna difendersi? I ladri siamo noi! Lo dobbiamo ai furbi, se il fisco ci dissangua, lo dobbiamo ai delinquenti, alla malavita che quella sì che evade, anzi proprio non ci mette un centesimo, lo dobbiamo a quelli che hanno raddoppiato i prezzi un anno dopo l’entrata dell’Euro, se le tasse pesano il doppio. E se tutti pagassimo regolarmente, come si fa nella mia famiglia, sono sicura che tutto funzionerebbe meglio, sanità compresa.

Ci si provino domani a farmi il discorsetto tot con l’IVA tot senza: è finita la pacchia gente, non ve le faccio passare più. Se le pago io le tasse dovete pagarle anche voi…

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