Una storia da romanzo – Le chiese del quartiere Castello

Itinerario dell’Isola di Sardegna – Sesta tappa

Prosegue Itinerario dell’Isola di Sardegna – Sesta tappa. Il quartiere Castello è attraversato da sei strade in direzione nord-sud, circa, intersecate a loro volta da quattro strade in direzione est-ovest. Sono tutte vie strette e non piane, e la più frequentata e lunga si chiama, impropriamente, “Strada Dritta” (Oggi Via Lamarmora, N.d.R.) (mappa). Va dalla Porta dell’Aquila alla piazzetta di San Pancrazio. A metà c’è uno spazio vuoto, quadrato, detto “La Piazzetta” (mappa), che con delle rampe porta al Palazzo Civico e, più in alto, alla Cattedrale. La Via dei Genovesi (mappa)è altrettanto tortuosa ma meno ripida, e terminava a nord con una porta che purtroppo è stata murata, e che se invece fosse riaperta consentirebbe un accesso più facile a carri e vetture; anche se questa via si restringe in più punti e costringe a rifugiarsi in botteghe o portoni quando passa un veicolo.

Un’altra strada di Castello, che si chiamava “Strada dei Cavalieri” (oggi via Nicolò Canelles N.d.R.) (mappa) fu teatro nel 1668 di un dramma sanguinoso, degno soggetto d’un romanzo storico.

“Durante la reggenza della regina Anna d’Austria erano stati richiesti alla Sardegna contributi che avevano provocato dissidi fra l’aristocrazia locale e il viceré: fu mandato a Madrid come delegato il Marchese di Laconi, con poco successo. Durante la sua assenza la moglie si era innamorata di Silvestro Aymerich dei conti di Villamar, e non ne faceva mistero. Quando il marito tornò, oltre a questo dovette fare i conti con l’ostilità del viceré, marchese di Caramassa, finché quest’ultimo sciolse il parlamento. Questo provocò sommosse di cui cadde vittima il marchese di Laconi, capo degli oppositori. Si crede invece che il delitto sia stato ordito dall’amante della moglie, anche se qualcuno lo attribuisce alla vendetta del viceré, magari complice la moglie di quest’ultimo. I parenti dell’ucciso decisero di vendicarsi, e scelsero di farlo il 21 luglio, giorno della festa della Nostra Signora del Monte Carmelo, quando il viceré sarebbe passato per la via dei Cavalieri, servendosi della casa di un commerciante, Antonio Brondo, che aveva un’uscita nel retro sulla Via Dritta. Così fecero, uccidendo con diciannove proiettili il viceré mentre passava in vettura con moglie e figli.

I colpevoli si rifugiarono subito in Continente; ma furono ingannati da emissari che fecero credere loro che sarebbero stati accolti in patria come liberatori. Ma come tornarono nell’Isola furono uccisi e giustiziati nel 1671.”

Tra i congiurati, solo la marchesa di Laconi morì di morte naturale, in un convento di Nizza dove si era rifugiata. Al posto della casa di Brondo, che fu demolita, ne fu costruita un’altra, sulla cui parete esterna un’iscrizione su marmo ricorda l’assassinio. Diciassette anni dopo l’esecuzione, nel 1688, fu chiesto al re di rimuovere le teste dei suppliziati dalla Torre dell’Elefante e la lapide infamante, ma fu ottenuta solo la prima delle due grazie richieste.

Ho detto che le strade di Marina e del Castello erano strette, ma questo è tipico di antiche città sul mare, e dipende sicuramente dalla necessità di ripararsi dal vento e dal caldo. Un altro aspetto delle strade di Cagliari che mi aveva colpito, erano le corde sospese da un balcone all’altro, anche se affiancati: in seguito ho capito che queste servivano per stendere la biancheria. E dall’osservazione di questi panni stesi si poteva capire bene la condizione delle famiglie che li stendevano.

Di piazze vere e proprie ce ne sono solo tre nel quartiere Castello: piazza San Pancrazio, nella parte alta; piazza del Palazzo (mappa), che è piuttosto una strada, e la cosiddetta “Piazzetta”. In quest’ultima fu decapitato il marchese di Cea: una lugubre usanza quando si trattava dell’esecuzione di un nobile, fin dal tempo degli Spagnoli e anche sotto i principi di Savoia. Finché nel 1848 tutti i sudditi del re sono diventati uguali davanti alla legge e giustiziati allo stesso modo.

Anche nel quartiere Castello ci sono molte chiese: la Cattedrale (mappa), la Speranza (foto), San Giuseppe degli Scolopi (mappa), fondata nel 1640; Santa Caterina delle suore di San Domenico, fondata nel 1638; Santa Croce (mappa), dei Cavalieri dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, anticamente sinagoga degli Ebrei; chiesa del Monte (mappa), della confraternita delle Dame e dei Cavalieri di Cagliari; la Purissima (mappa), fondata nel 1540, delle suore dell’ordine di San Francesco; Santa Lucia (mappa), altra chiesa di un monastero di donne dello stesso ordine, fondata nel 1539 dal viceré Cadorna; e infine la chiesa di San Lorenzo, detta anche di San Pancrazio (mappa), sopra la passeggiata del Buoncammino.

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