“Come è difficile ricominciare!”

Questo fu l’incipit, un bel po’ di anni fa, di una fitta corrispondenza che portò a innamorarci, io e mio marito. Da molto tempo non scrivevo più: le mie corrispondenze epistolari non finivano tanto bene…

Ed ora ci risiamo, anche se su un piano diverso assai: non sono state le delusioni a frenarmi, ma la troppa facilità, “poi scrivo” ti dici zampettando sulla tastiera del pc che non è certo quella della Olivetti lettera 32, con un foglio davanti che – quello sì – è virtuale, non fruscia, non profuma. Se sbagli pace, a cancellare non ci vuole nulla; non spulci dopo anni nei contenitori ad anelli cercando i tuoi pensieri, trovi quello che vuoi con Ctrl+f, e invece di riflettere i pensieri ti bombardano da tutte le parti; la posta ti arriva in una frazione di secondo, vuoi mettere l’attesa fremente del postino, l’apertura religiosa della busta, il gusto dell’ “andamento lento”, il rileggere anche per innamorarsi della grafia, altro che Arial o Times New Roman…

Detto da una fanatica dell’elettronica però, fa un certo effetto. No, ho sbagliato: fanatica no. Sono fervente ammiratrice dell’ingegno umano che è riuscito a racchiudere milioni di informazioni in una capocchia di spillo o anche meno.

Basta con queste considerazioni, ora voglio riabituarmi con altri mezzi: non mi sembra giusto abbarbicarsi al passato cercando di perpetuarlo. Dopotutto ogni epoca ha i suoi vantaggi. Perché noi non ci pensiamo a come stiamo meglio oggi, anche se la vita è frenetica, ma fra comodità, cibo e medicine… quelli che oggi sono poveri ma poveri poveri prima erano la norma.

Lo dicevo che era difficile? Volevo parlare d’altro, e sono ancora qui. Dunque.

La so a mente ormai, da quanto l’hanno detta, la storia di quel disgraziato che ha sparato ai carabinieri volendo sparare ai politici però, sai, se conta l’intenzione… È da mo’ (bello eh?) che vengo irritata come dallo stridìo del gesso sulla lavagna da un linguaggio che, da ogni dove, prende in prestito parole funeste da situazioni drammatiche. Ormai “dichiarare guerra” non fa nemmeno effetto, ma “terremoto” .. o politico, o di qualsiasi altro genere, mi fa rizzare i capelli in capo, e il mio pensiero va all’Aquila e all’Emilia, per non parlare del resto del mondo. “Tsunami”: bell’accostamento, complimenti: vuoi provare? Così, a braccio, non le ricordo tutte le parole “prestate”: me le voglio segnare.

Purtroppo insieme agli accostamenti azzardati è arrivato e sdoganato il turpiloquio, trovatemi una parolaccia che non sia stata proferita.

 

Perché, deridere il prossimo per i difetti fisici? Ai miei tempi volavano ceffoni educativi in certi casi, ma mi sarei vergognata per prima, al solo pensiero. Lo vediamo tutti che Brunetta è basso, Ferrara grasso e Berlusconi rifatto: ma è per questo che non ci vanno bene? Ci offendono la sensibilità visiva? Io mi offendo quando sento definire “cancro dell’Italia” (altro bell’esempio) dei poveri precari, e mi offenderei anche se lo dicesse un Watusso, quello di “Tu Aldo Moro? IO aldo moro, du bigolo sdronzo” e come ci si rideva, per l’intervento della parolaccia! Nel ’72 io e la mia amica Marisa ci siamo rotolate per terra quando dallo schermo tv in bianco e nero con il logo del tg è uscito fuori un bisbigliato e sospirato “che palle!” Oggi invece, anzi domani, finiremo con un tale sdoganamento della parolaccia che non sapremo più farne a meno, uniformando così il linguaggio e perdendo il gusto di esplorare “la foresta del vocabolario”. Come quello in sala d’attesa dal nostro medico, l’altro giorno, che conversava con la signora accanto: “So ’na sega io, m’inporta una sega, mi fa ’na sega a me… ” e via segando.

Il termine “palle” è di uso comune, anzi è entrato nell’empireo del linguaggio forbito, ormai chi è che dice più “che fai?” al posto di “che cazzo fai?”?
Sentivo or ora Grillo in tv: “se faranno l’inceneritore a Parma dovranno passare sul cadavere di Pinzarotti”… L’avete mai visto un cadavere? Magari di una persona cara?

Bene, portare esempi del degrado morale e civico raggiunto… no, non me la sento, basta aprire un qualsiasi giornale o sito internet, basta un viaggio in treno, un telegiornale, che proprio in questo momento declama “il governo pd e pdl chiude una guerra durata trent’anni”: aridanga!!! Dicevo, a tutti quelli che sparano nel mucchio, che rimestano nel marcio, che scoprono truffe e controtruffe, che elencano le ingiustizie ad ogni piè’ sospinto: e allora? Avete mai pensato a cominciare dal basso? Magari non attraversando col rosso al semaforo pedonale anche se sei sicuro che non c’è nessuno? magari pagando le tasse fino all’ultimo centesimo? magari non rovinandosi col gioco quando sei economicamente a terra ma non tanto da non poter comprare una pistola quattro anni prima? o pagarsi un viaggio in treno e una camera d’albergo? magari restituendo 3 euro per un errore a tuo favore quando nessuno se n’era accorto? Credo che sia tutto un mosaico di piccoli grandi gesti, di piccolo grande coraggio. Così – forse – chi è già così mentalmente disturbato da confondere i politici con due carabinieri non arriva a gesti stupidi e irrimediabili (per gli altri) aiutato in gran parte dal bombardamento di cattive notizie o dall’istigazione a delinquere mascherata da sfogo.

Lo so, ci sono molti più morti e ingiustizie in Afghanistan. In Palestina. In Iraq. In vari terremoti e disgrazie. Ma io vorrei cominciare dalla base, un mattoncino dietro l’altro.

 

 

    • Io quando andavo a scuola non ero una delle migliori anzi però mi dicevano tutti che bella scrittura che hai e si scriveva con penna e calamaio …be ora scrivo da schifo non so più scrivere con la penna pure a sfera ,anche la mia firma fatico riconoscere ,colpa della tastiera ma anche colpa dell’inquadramento di cui tutti siamo succubi nolenti o dolenti.. chi scrive ormai una lettera a mano???
      Detto questo hai ragione guardiamo avanti ,certo non si dimenticano errori della storia ma non per questo dobbiamo continuare a farli o lasciarli fare , sulle macerie si può rinascere, ci vuole solo una vera volontà e si rinasce piano con un mattone alla volta,ma un mattone vero non fatto di bolle di sapone…dai ricominciamo… anche se ho paura che siamo in due ..dai forza tre,quattro ..e vaiiiiiiiiiii

  1. 1 – Hai perfettamente ragione, ognuno di noi, nel suo piccolo, deve operare secondo i principi di onestà e correttezza. Però il pesce comincia a puzzare sempre dalla testa…

    2 – Come ne abbiamo già parlato, il linguaggio odierno è diventato inutilmente triviale, senza nessuna fantasia e varietà, nemmeno per inventarsi qualche epiteto veramente bruciante. E’ il frutto di una sequela di spettacoli cinematografici e televisivi di serie Z, e anche in questo caso dell’ottimo esempio delle nostre teste di pesce.

    3 – Dai, un mattoncino oggi e un mattoncino domani, riusciremo a costruire un nuovo paese: Legoland…

    Bye 🙂

    • Lo so, sono ottimista inguaribile, nemmeno a cannonate… ma lo devo dire: il Paese non è un pesce. Meno male. Cominciamo con l’aspettare il verde per attraversare, e vedrai prima o poi come profuma la testa! Come il pesce di Alghero! Sigh!!!

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