Man mano che vado avanti me ne accorgo, oh se me ne accorgo cosa vuol dire “esperienza”… In questi giorni specialmente, il pensiero mi corre lontano, son passati trent’anni da quando una signora romana altolocata a cui piacevano tanto i miei scritti mi chiese se ero di sinistra. Allora: famiglia diccì, esempio eclatante da ricordare perennemente se per caso ti veniva la voglia di andare a destra. O da quella parte insomma. I comunisti… sì, allora non si erano ancora  estinti, e talora mantenevano lo spirito religioso ad onta delle scomuniche… erano tanto simpatici, sempre pronti a condividere, a darti una mano, magari una mano povera ma condita da tanto amore, non possedevano un gran che ma sognavano il futuro… Con l’infanzia infelice e la vita disastrata che mi erano toccate, anche se era troppo compromettente farsi vedere alla Casa del Popolo, proviamo a indovinare da quale parte andassero le mie simpatie!

Mi feci coraggio, tirai un bel sospirone… ma pensando e ripensando, cercando nei meandri della memoria… non ne trovai traccia, della sinistra. L’ideologia aleggiava nelle speranze dei poveri comunisti e comunisti poveri, che allora era un tutt’uno; ma nella politica proprio non trovavo chi li mettesse in pratica davvero. C’era sempre qualcosa che lo impediva. Mi sentii orfana all’improvviso, e capii allora che io “sarei” di sinistra, se mi dici però la sinistra dov’è.

Erano i primi vagiti della mia coscienza politica, che avrebbe pianto a lungo però, e inascoltata. Passando da un partito all’altro, mi stabilizzai, e ho votato a sinistra nonostante tutto. E in questo “tutto” ci sono assessori del PC di Carbonia che mi hanno fregato i programmi – che fidandomi avevo depositato all’assessorato della cultura – del centro artistico da me ideato, per realizzarli con altri più disposti ad addivenire a compromessi, tipo quelli di costringere gli allievi a comprare gli strumenti nel negozio dei loro “compagni” o più esattamente “compari”: e quello era sono l’inizio, che ne potrei elencare di nomi. Da noi quando tira il libeccio si dice – con la tipica “cattiveria” toscana – che “da Sud un viene niente di bòno”… e da sinistra pure, dico io.

E siamo arrivati ad oggi, attraverso le “berlusconate” e le “grillate”: del primo, si è capito subito per cosa voleva entrare in politica: “per non fare la fine di Craxi”, parole sue. Dico, se ne accorgeranno tutti… e invece, da bravo piazzista, si è saputo vendere. E ha lanciato la moda dei personalismi, che hanno fatto piazza pulita delle ideologie. Uno può avere le idee di destra, compreso un malcelato razzismo, liberismo sfrenato e capitalismo pure, e insomma lo sappiamo tutti a destra cosa ci sta; e anche se mi fanno schifo, devo per forza rispettare le idee altrui, confidando che le piazze osannanti Mussolini facciano parte del passato. Seì, domani… Pugni sui fianchi, mento in alto, tono combattivo: “Itaglianiii!!!” e la piazza “woooooooooooowwwww”… “volete la guerra?” “Sììììììììììì!!!!” ma come hanno fatto a cascarci, mi sono sempre chiesta, e sì che non era il medioevo, ma solo un’ottantina di anni fa! Ma come deve essere cambiato il modo di pensare, oggi uno così si prenderebbe a pomodori marci nel muso! Però… l’abbiamo sentito il tono del Cavaliere, scusate, volevo dire cavaliere, possibilmente aggiungendo “dei miei stivali”. Perché, Grillo è di molto differente? Urla dal palco, urla dalla folla… vuol mandare tutti a casa, e parla di democrazia, che poi se di democrazia si è capito qualcosa si deve dare a tutti la possibilità di esprimersi, non buttare via il bambino con l’acqua sporca e fare come si vuole noi non avendo neppure la maggioranza. Se tanto mi dà tanto poi gli arriva anche quella purtroppo… Democrazia? i grillini che devono fare da portavoce e se la pensi poco poco diversamente te ne vai? se vai in tv dice che ti hanno solleticato il “punto g”? Ma vaffa te e quel Patty Smith (senza offesa per quella vera) che c’hai accanto! La democrazia non sono certo i milleottocento che hanno votato i rappresentanti, non sono i “virtuali” che possono accedere ai siti internet: e gli altri? Democrazia non è obbedire ciecamente alla volontà di un despota. Non c’è partecipazione democratica con la sola rete, senza il tramite dei partiti.

Ci avevo sperato, nella sinistra, al momento delle primarie: devo dire altro? Non sono riuscita a parlare con le sezioni di Lucca, ho scritto e non mi hanno risposto, e non ho potuto votare: perché chi ci teneva tanto votava Renzi, è chiaro. Mio figlio in Sardegna non ha potuto votare la seconda volta perché la prima era malato… E poi, la novella che si prendeva i voti della destra: i voti sono voti, o cretini! Dal momento che uno ti vota il voto è tuo, e se sei a sinistra il voto diventa di sinistra, o stupido! Una volta che qualcuno ha detto quello che aspettavo da tanti anni di sentir dire, proprio dalla sinistra, gli hanno tagliato le gambe, e con quello però hanno tagliato qualcos’altro, non so se se ne siano neppure accorti, tutti presi a gongolare e a promettere smacchiature di giaguari: non l’avete capito chi era il solo che poteva contrastare Grillo? e senza aver fatto il comico pur essendo anche un toscanaccio spiritoso dalla battuta pronta. Allora dice che la storia non si fa con i “se”: bah, io ne sono certa, sicura al mille per cento: SE le primarie le vinceva Renzi a quest’ora avevamo il governo da mo’, e di sinistra perdinci. E senza combutte con la destra, che quando qualcuno gli ha detto che la porta per lui era sempre aperta Matteo ha risposto “la puoi anche chiudere subito”. Non contenti della botta, continuano pure: vediamo se quell’intelligentone di Vendola si imBarca in nuove e strabilianti avventure consegnando l’Italia ora a Grillo ora a Berlusconi, ma non è detto: a maggio a Firenze c’è la Festa del grillo. Firenze… grillo… vi dice nulla?

Le gabbiette sono pronte...

Le gabbiette sono pronte…

Un tempo Firenze festeggiava il mese dei fiori, maggio, celebrando appunto la festa del ‘Calendimaggio‘. I giovani usavano ornare con fronde o tralci di fiori le porte o le finestre delle case delle loro fidanzate, e in seguito iniziarono a portare loro anche un grillo in una gabbietta di fusti di saggina.

 

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