Ogni giorno sempre più mi chiedo cosa accadrà, quando e come; un fatto è certo: non si può andare avanti così. La vita ormai presenta aspetti assurdi, grotteschi, tragicomici, se di comico ci si potesse trovare qualcosa. Come si fa ad esempio a mettere le persone di fronte alla scelta “o continui a lavorare o ti pensioni”, questi decidono per l’una o per l’altra opzione, poi arriva il momento, gli metti il cartello di “esodati” che il correttore di Word te lo segna in rosso, lui sì che se ne intende, e “scusateci…”, anzi nemmeno quello, “ci siamo sbagliati, anzi abbiamo fatto bene: attaccatevi al tram, soldi non ve ne diamo più”? Come si fa a dare la colpa a chi ha tolto l’ICI? E te rimettila, che diamine! Ma quella di prima! È chiaro che non la dovevano togliere, ma tu che fai, la raddoppi? Così si impara? Come faranno i pensionati?

Come si fa a dire con nonchalance che gli Italiani sono un popolo che non ama pagare le tasse? Ci entrano i ladri in casa e si deve anche essere contenti?

Non passa giorno senza che ogni dico ogni mezzo di informazione dalla carta alla radio alla tv ci proponga storie di miseria e di disperazione. E dall’altra parte, di ladrocini d’alto bordo. Tanto per ripetermi, come si fa a dire “Li ho presi perché mi servivano!”? Come si fa a non metterli in galera uno dopo l’altro? Le carceri sono sovraffollate? Ma non certo da loro!

Quindi mi chiedo chi farà partire la prima scintilla, chi griderà “Che l’inse?”. Sempre più spesso mi sovviene una frase dell’Abbé Pierre: “L’ultima guerra sarà quella combattuta dai poveri.”: che avesse ragione?

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