sedano

Io il Times New Roman proprio non lo reggo, cosa ci avrà di speciale che te lo mettono sempre per default!? Lo so, ci sono ricascata, avevo detto oggi mi riposo, faccio quello che mi pare in scioltezza, quasi quasi un mangio nemmeno e che gli altri si arrangino, ah che bello mi dedico alla tastiera come ad ogni ferragosto… sì lo so, ferragosto è domani, ma siamo invitati, e portarmi dietro l’attrezzatura per sona’ proprio un mi sembra il caso, e poi manca il pathos, devo esse’ sola quanto basta, qualcuno che ascolta magari, e sul patio, a sona’ per gli ulivi per i gatti e per il cane, per il mare vicino e per l’Asinara. Poi se tira vento come oggi mi toccherà sta’ nello studio, ma con la porta aperta, che io il maestrale l’adoro, al posto di quel caldo che ti suda i capelli. O allora, se m’è presa così il quindici di agosto?

Dicevo dei propositi: da tanti che ce n’ho il guaio è che un si sa da dove comincia’: magari un’occhiata al libro delle matematiche, con quella iraniana che ha vinto le olimpiadi? o un bel disegno a carboncino? a colori? o vede’ se mi riesce scrive’ qualcosa, tipo quel racconto triste che ho cominciato tanto so che quando mi ci metto mi scappa di parla’ pontaderese e prendimi in giro? o il greco antico, che ho cominciato e poi è rimasto lì? e magari fra una domanda e l’altra correggo il correttore automatico che mi mette la maiuscola anche se un ce la voglio. Perché dopo il punto interrogativo se continua il discorso la minuscola ci sta meglio.

Poi penso al sedano. Dice: al sedano? o che ti metti a pensa’? Sì, c’ho il sedano in frigo da tempo immemorabile, e se ci metto le carote prima che vadano a male, magari anche il finocchietto che ho surgelato, a proposito, se ne trovo ancora lo devo rifa’ prima dell’inverno, e quei pomodori che resistono stoicamente, e poi ho preso anche tre zucchini ieri, le patate ci sono… ho capito: faccio il minestrone. Tanto mi ci vol poco. Sì, domani… Però che profumo! Uh, un avevo visto l’ora! Un ho detto praticamente nulla e devo mette’ la gente (uno) a tavola. E io torno dopo. Così imparo.

Il dopo è ora. Intanto mi sono vista Reazione a catena in replay che ieri ero dal parrucchiere: dopo un’occhiata allo specchietto e lo spavento della serie “o chi è questa qui?” l’ho implorato, trenta e trenta chilometri fanno sessanta. Perché io vado ad Alghero: o Fanciulli o niente. Ci prendo il caffè, mi fa divertire, e coi capelli c’azzecca: o che vòi di più?

Insomma stamani mi son detta: un’occhiata al computer a vede’ se Kaspersky m’ha risolto il problema, che io se un ce l’ho me le vado a cerca’, me l’aveva detto il mi’ figliolo di un mette’ du’ sistemi nel solito computer, ma io che ci vòi fa’, son tanto ganza… tanto lo sapevo che gli ci vòle una settimana, poi sotto ferragosto…

È già la seconda volta che rompe, l’antivirus, dice che un c’ho la licenza, ahò, e io i soldi a chi l’ho dati? ora te lo dicevo? e che i database sono corrotti, sai com’è, si adeguano… e allora via telefonate all’assistenza, che mi chiede il report, mi manda il file, io seguo le istruzioni e glielo rimando. L’altra volta non avevo aggiornato al 2014, e ci po’ sta’: ora che si sarà inventato? Stai a vede’ che aveva ragione il mi’ figliolo: ora mi tengo solo l’8. E poi non ho ragione a dire “bel mi’ Mec!” che poi sarebbe il Mac. Porca miseria. E dato che scrivo modero il linguaggio.

Sicché io mi illudo di poter accendere il computer, guardare la posta e uscire! Infatti, come arrivo mi dice che ci sono gli aggiornamenti, ma mentre li metto si incanta, e non lo posso interrompere perché ci vòle l’amministratore, e io chi sono? Nel frattempo provo a impostare la pagina iniziale di Chrome, che come iniziale me ne dà due ma se clicchi sulla casina viene google, e io ho capito: torno a explorer. Installo openoffice: non mi si apre, mi piglia per le mele con tutte le icone, allora accendo il portatile e cerco informazioni: è già capitato ad altri, mai che si sognino di darti una soluzione! E non so come, esco dall’installazione degli aggiornamenti (un mi chiedete di rifallo) e riavvio. Un è come dillo: fra una cosa e l’altra ci passa la mattinata, e la tastiera qui accanto, spenta. Se non altro dopo il riavvio, dopo gli aggiornamenti (ribelmimèc) messi uno a uno, due a due e poi il resto insieme, openoffice si accorge di esistere, e con un “toh ci sono anch’io!” mi apre i file di testo. Così un vorrai mia che lasci questo scritto in sospeso? Sono le quattro piemme, ce la farò a scuriosare nel manuale Korg su come si registra un pezzo?

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