A tutto David

Parliamo un attimo del Donatello. Ormai lo chiamo così, neanche lo conoscessi di persona, ma avranno capito tutti che parlo del David, di Donatello. Che poi io, per fare la sapientona, chiamavo “Davide” per ostinazione di toscanismo. Mi sono spiegata da sola. 

Insomma, vuoi mettere la telefonata del produttore, dopo quarant’anni e scusate se è poco, che emozionato mi annunciava “Daniela, stavolta devi prendere l’aereo, non fare storie! Siamo a Venezia, alla mostra del cinema!” Passati in un attimo la paura dell’aereo e il ricordo di quegli anni interminabili durante i quali, a intervalli di due, avevo ricevuto inviti a trasmissioni radiofoniche, televisive (anche ai “Fatti vostri” con Frizzi), visite di registi famosi e non, ma quando non erano “non” c’era da girare la testa… poi tutto dimenticato. Scendeva l’oblio.

Interessi vari

Su Rai Storia, per la serie Argo i viaggi, un servizio bellissimo, il migliore, me l’aveva fatto Nicola Maranesi, dall’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, con l’originale del mio diario tenuto in mano dall’inizio alla fine, leggendone alcuni brani e commuovendosi alla fine. Perché di venire in Sardegna manco a parlarne… sempre così, solo io spendo i soldi in viaggi aerei o in nave: per la RAI sono troppi. Così, stare in Sardegna mi ha tarpato le ali: sì la Sardegna è bella, me lo dicono tutti. Ma falla essere anche brutta!

Da Venezia

Così che (noi si dice “sicché” ma qui mi prendono in giro. E chissene…) chiamarmi per andare a Venezia, alla mostra del cinema, vitto e alloggio e tappeto rosso compreso… provare per credere! La soddisfazione più grossa della mia vita. Dopo la nascita dei miei figli, ovviamente. Non avevo infatti mai creduto a nulla, dopo ogni intervista o richiesta: ma stavolta l’ho capito al volo, che era arrivato il momento magico. Come magica è stata Venezia, in tutti i suoi momenti. Ora vuoi mettere il David, contro i quindici minuti di applausi? e l’incontro con il pubblico dopo il film? e il trucco di Armani? e Barbera che si è voluto fare la foto con noi? e Leonardo Sbaraglia, l’argentino protagonista di “Acusada” che ha viaggiato in motoscafo con me verso l’aeroporto e mi ha portato la valigia fino al check-in? Dico io, chi si crede d’esse’ quel piccoletto per ave’ tirato un sasso? Sai quanto ho dovuto combattere io?

Al David

Insomma, prima nei quindici documentari prescelti, poi nella cinquina… o che siamo???

Beh, nella cinquina suddetta c’era Nanni Moretti? e allora ditelo! tanto a me Venezia mi basta e ce n’avanza. E tutti a fare gli auguri…

La sera del David (senza la “e”) è comunque stata occasione di ritrovo per i miei più cari amici, hai voglia di dirgli di non farci la bocca…

Di buono c’era che comunque riprendevo contatto con la fantasia, con il cinema, che per le mie note cause familiari ormai non frequentavo da tanti, tanti anni… e “migliore qui, migliore là, spiega quel film, parla di quell’attore…” e quando non ci speravo più, ecco la cinquina dei documentari! Tutti zitti come le belle statuine… nome e cognome: Nanni Moretti (che sorpresa!), che si affaccia da un lato della telecamera, ringrazia con due-parole-due, si complimenta con gli altri quattro registi, e se ne va col fuoco al… Perfino io che me l’aspettavo, sono rimasta a bocca aperta: o che gli hanno fatto di male al David, i docufilm? Dopo le infinite delusioni, ci ho fatto il callo; ma le so riconoscere, le ingiustizie. So vedere quando uno fa male il suo lavoro. E non ce li mettere i documentari al David se vuoi parlare solo di altro!

Ho cercato per tutta la sera di intravvedere fra il pubblico Wilma Labate: se non c’era ho capito perché.

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