SOLA

Di solito penso la mattina… no, penso di continuo, o che dico? Però ho notato che dedico anche più tempo del solito ai pensieri quando mi siedo sul letto, la mattina, infilandomi le calze e ascoltando la radio: siccome io devo fare minimo tre cose contemporaneamente, – sennò poi come fanno a prendermi in giro? – calze e radio non bastano. A metà della prima gamba mi fermo e… volo. Sì, col pensiero si può. Quello di stamani è stata una folgorazione: sono sola. Dice “embeh?”; mi sono detta: ci sono abituata no? è tutta la vita che sono sola… aspetta, il babbo non c’era, ma la mamma sì, quando tornava dal lavoro. E ancor prima nonni, zii e cugini. Ok. Sì, ogni tanto mi isolavo, anche ogni poco. Casa da sola? No. Matrimonio, il primo, nella più squallida solitudine. Sì, ma sentimentale: lui c’era. Non dico “purtroppo” perché due figli mi impediscono di pensare l’avverbio. Separazione: sola? No, che diamine, con i due figli, prima a casa di uno zio, poi a casa mia. Con due figli, ovvio. Poi arriva uno con promesse da sogno, mi porta in Sardegna e mi rovina, economicamente e non solo. “Solo” nel senso di “solamente”. Meno male che in meno di due anni la storia finisce che ci sarebbe da scriverci un libro tipo enciclopedia universale, ma non è questo lo scritto giusto. Rimango sola? Ma quando mai! Mamma e figlio minore.
Scopro che la famosa occasione è “lasciarli perdere”, e il giorno dopo colpo di fulmine. Con quello che è stato il mio adorato marito fino al 21 Maggio 2021. Lui passava due mesi in Sardegna e due in Toscana. Ma non mi lasciava sola: figlio minore e mamma. Poi la sua salute ha cominciato a dare problemi (la mia è una vita che me li dà, ma lasciamo perdere…), finché sono arrivate le badanti, prima una poi due… e mio marito se n’è andato molto prima della sua morte.
Sola?
No.
Documenti, funerale, condoglianze, impegni, comprensioni, incomprensioni, amici, figli…

Poi, sola.

Questa volta una casa vuota, di persone. Nessuno mi dice cosa è meglio o peggio fare, nessuno ha gusti gastronomici diversi dai miei, nessuno ha un senso dell’ordine differente dal mio. Parola d’ordine: “Nessuno”. Mi stupisco da sola, appunto, quando sistemo il carrello come piace a me, quando ascolto la radio in camera senza cuffie, riordino i mobili buttando il superfluo… Non voglio essere felice, non ce la faccio. Ma devo provare ad essere SOLA. Stavolta è vero.

Potrei suonare sino allo sfinimento, ma non ne ho voglia.

Potrei andare a pranzo fuori, ma lui sta ancora aspettando la sistemazione al cimitero, ed io con lui.

E qualche parola comincia a risuonarmi nella mente:

Mi hai portato via
in una poesia
oltre i cieli del mondo
ai margini del tempo ed oltre.

Son dovuta tornare
per dimenticare
di essere felice.

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